Wimax, per ora solo una nicchia
Riportiamo di seguito un articolo apparso su Corriere delle Telecomunicazioni, scritto da Alessandro Longo , che riassume la situazione del WiMAX in Italia :
A circa un anno dal lancio dei servizi WiMax italiani, il bilancio è chiaro: scordiamoci i grandi numeri previsti al debutto. Il mercato è ancora di nicchia, ma non vuol dire che il business sia fallimentare. Anzi. Le esperienze indicano che c’è spazio per il WiMax, ma con strategie orientate al territorio e su scala locale.
Un esempio è il caso di Retelit, operatore con licenza per tutte le regioni settentrionali (+Toscana e Marche). Opera con un modello all’ingrosso, facendo accordi con provider locali radicati sul territorio. Al momento sono una quindicina, fra cui Freemax (Toscana), Politech (Sondrio), Aemcom (Cremona), Comeser (Parma), WiFi Communication (Toscana, La Spezia). Sulla rete i servizi sono attivi in larga parte della Lombardia e a Lucca, Pordenone, Udine, Verona, Padova, Bologna, Arezzo, Massa Carrara, La Spezia, Torino. “Siamo ottimisti, tenuto conto del difficile contesto di mercato – sottolinea Gilberto di Pietro, Ad di Retelit -. I risultati sono minori delle attese, ma ci riteniamo ben avviati. In Italia, del resto, è per realizzare base station servono molti permessi”. E di mezzo si sono messe anche le difficoltà tecniche. “All’inizio le base station hanno avuto problemi; non solo le nostre. Ma abbiamo ottenuto che il vendor (Huawei, ndr.) facesse l’upgrade del firmware e abbiamo risolto”. Il numero di abbonati? “Si sta avvicinando a livelli interessanti. Negli ultimi tre mesi sono più che raddoppiati. Così ci aspettiamo il ritorno economico nel 2012, come da piano industriale”. Il modello di business e la geografia di Mandarin (in Sicilia) sono agli antipodi,ma la strategia è simile a quella di Retelit: radicamento nel territorio e accordi con la PA. Il più importante è di fine gennaio: con il Comune di Ragusa, per colmare il digital divide e dare servizi alla PA. “Abbiamo un migliaio di clienti, per il 20% business, e viaggiamo al ritmo di 150-170 contratti al mese. Il ritorno economico sarà nel 2012 in linea con le previsioni”, dice Vincenzo De Caro, Ad di Mandarin.
Copre con i servizi commerciali le province di Catania, Siracusa, Ragusa, il Sud di Messina; Enna e Caltanissetta a macchia di leopardo, per un totale di circa un milione di siciliani raggiunti. Aria, il principale operatore WiMax per numero di licenze ottenute, è “in un momento delicato in cui non possiamo comunicare il numero di utenti né le province coperte”, dice Giacomo Robustelli, direttore business unit Aria.
È presente in tutta l’Umbria e in alcune parti della Puglia, Veneto e Lombardia. A maggio aveva dichiarato di avere un migliaio di abbonati. Davide Rota, Ad di Linkem spiega di aver lanciato i servizi a Brescia, Bari, Crotone, Latina, Avellino, Cremona, Messina, Lodi e Milano ed “entro il 2012 copriremo il 75% del territorio. L’obiettivo è arrivare a 500mila clienti, investendo 250 milioni di euro”. Non può comunicare il numero di utenti WiMax. Dice però di averne “decine di migliaia”, tra le varie tecnologie banda larga offerte, di cui “buona parte WiMax”. Gli altri operatori con licenza WiMax devono invece ancora partire e per alcuni si prospetta lo spettro di perderla (c’è un obbligo di copertura minimo a ottobre 2010). Mgm (Liguria) e Infracom (Emilia Romagna) non hanno una data di lancio prevista, ma con una netta differenza tra i due. “Il WiMax non è nelle priorità della nostra azienda. Vorrei dirvi il contrario, ma purtroppo è così”, dicono da Mgm. “Stiamo sperimentando il WiMax a Modena e contiamo di rispettare gli obblighi di copertura”, dice invece Giovanni Zola, direttore generale Infracom.
Per chiudere il cerchio, brutte notizie da Nettare (Toscana). Come comunicato a fine gennaio, la revoca della gara vinta per la Regione Toscana ha dato un brutto
colpo ai bilanci e così non possono più garantire continuità dei servizi ai clienti (su tecnologia Hiperlan). E ovviamente di lancio del WiMax nemmeno a parlarne.
Il quadro italiano si rispecchia nella situazione internazionale: “il WiMax riempirà una ricca nicchia nel mondo, arrivando a 53 milioni di utenti nel 2014, dieci volte quelli del 2009”, si legge in un rapporto di Pyramid Research.
Secondo il mio parere è inutile avviare la copertura del territorio cominciando dalle grandi città già coperte da ADSL, si dovrebbe cominciare dalle zone non coperte, per diminuire il digital divide. Io abito in sicilia e pochi giorni fà ho contattato la mandarin, come al solito non ho copertura, l’adsl di telecom non esiste e quindi neanche posso scegliere altre compagnie. Nel 2010 non esiste adsl !!! Riesco a connettermi tramite rete mobile, stipulado un contratto con una compagnia di telefonia mobile, ti assicurano la velocità di 7.2 Mbps e poi navighi al massimo ad 1 Mbps!!!!!! Questa è la situazione italiana, ci prendono in giro in qualsiasi modo!!!! Poca serietà, il cliente è sempre insoddisfatto e le compagnie intascano soldi in un certo modo ” RUBATI “!!!
Come non essere d’accordo con Luigi, anche io abito in una zona (Toscana) dove l’ADSL è un miraggio, il collegamento della rete mobile è costoso e anche molto lento, poi non ci esistono contratti FLAT.
C’è una compagnia che fornisce un servizio WIFI che però va un giorno si e l’altro no !!
Per concludere spazio per il WIMAX c’è importante è venga realizzata la copertura!!
Le aspettative di superamento del digital divide sono state per il momento disattese, si è operato più che altro in pianura e in zone dove esisteva anche l’ADSL. Si spera che i soldi stanziati dalle Regioni e quelli al momento bloccati dal CIPE vengano spesi con maggiore criterio selettivo: prima le zone non coperte e quelle di montagna.
Come sistema mi pare che quello di RETELIT sia il migliore: operare con installatori che sono anche wholesalers, venditori, che si fanno0 anche carico delle prove tecniche di copertura con i clienti. Non per niente RETELIT non ha reclami pendenti dopo la fase iniziale. Altri non dimostrano di essere all’altezza di fornire un servizio valido e costante. Occorrerebbe tenerne conto prima di provvedere ai pagamenti da parte delle Regioni.